sabato 20 aprile 2013

La rabbia debole

Meredith Haaf, una studiosa tedesca nata nel 1983, 29 anni, […] racconta lo sperdimento della generazione satura in un libro, “Piangete pure”, sfortunatamente non tradotto in italiano. Parla della generazione nata fra gli anni Ottanta e il Duemila. Fragile, rassegnata, indifesa. Malata di una rabbia debole, la rabbia schiumosa e inutile dei “mi piace” su Facebook. Incapace di partecipare alla vita pubblica perché convinta di farlo dal computer di casa, e soprattutto ossessionata da proprio profilo. Istruita fin dall’asilo a comunicare correttamente le proprie caratteristiche, premiata per l’originalità delle opinioni assai più di rado per l’incidenza delle azioni, dissuasa dal conflitto, educata alla mediazione, istruita al pragmatismo che è il contrario dell’utopia, dunque nemica delle passioni tra le quali si annoverano lo sdegno e l’ira, cresciuta con le tariffe “io e te” nell’amore su schermo a distanza, estranea alla rabbia giusta, quella che dalla notte dei tempi – dalla cacciata di Adamo ed Eva fino alle rivoluzioni di piazza contro le odierne tirannie. Convinta di esserci quando si limita ad approvare, o a rimuovere: “nascondi”, dice il tasto con cui disapprovi o non partecipi on line. Nascondi, rimuovi alla vista. Indirizzata a studiare “scienza della comunicazione”, facoltà che illustra i metodi più efficaci per la diffusione della parola, per la formazione di un curriculum dotato di fotogallery, possibilmente di video da scaricarsi su Youtube. Sostanzialmente inerte, troppo veloce per trattenere alcunché, non solidale né responsabile giacché entrambe le categorie prevedono una condivisione di fini che laddove il fine è impercettibile – irraggiungibile, utopistico, chimerico – si risolve in uno spreco di energia.
Descrive in definitiva la rabbia debole. La protesta gracile, il la-la-la infantile di una generazione sazia e annoiata, incapace di rivoluzioni per assenza di ambizioni condivise.

Io vi maledico, Concita De Gregorio


mercoledì 17 aprile 2013

Tralci di vita spezzati dal movimento dei miei passi

Le gambe sono il miglior mezzo di trasporto in queste giornate d'inizio primavera! Senza auricolari alle orecchie e senza impedimenti visivi mi addentro nel centro mentre il sole è al tramonto.
Ed ecco che mi trovo ad essere spettatrice di tralci di vita spezzati dal movimento del mio passo. Un ragazzo che sfoggia il suo nuovo tatuaggio incelophanato al braccio; due amici: uno dice all'altro: "se non sei soddisfatto vuol dire che c'è qualcosa che non va"; due ragazze che si chinano verso un ragazzo clochard donandogli non solo denaro, ma affetto e interesse intavolando una conversazione; una donna in carriera seduta da sola ad un tavolo in Piazza San Carlo davanti al suo PC e al prosecco; l'interesse ossessivo scaturente dalle vetrine di un negozio di via Garibaldi nel quale si svolge un corso di make up; il tipo della pizzeria al taglio che prova se il telefono dell'attività stia funzionando correttamente perché da dieci minuti non stanno arrivando chiamate.
Ecco la bellezza. La bellezza che passa attraverso la quotidianità e ha bisogno di orecchie attente, occhi svegli e passi leggeri per essere colta ed interiorizzata. Solo da essa può generare il cambiamento.

Per una Sociologia pubblica. La traccia di Antonio de Lillo nella ricerca sui giovani

Venerdì 19 aprile 2013 alle ore 10.30, nell’Aula Oriana del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, via Salaria 113, a meno da un anno dalla scomparsa di Antonio de Lillo, il Dip. CoRiS e il Dip. di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre, con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS), lo ricordano con un importante seminario.

La giornata si concentrerà sulla condizione giovanile, tema, fra i tanti, molto caro al sociologo de Lillo. Tre tavole rotonde saranno i contesti di riflessione e confronto critico sui quali si aprirà il dibattito: la dimensione identitaria e valoriale, la partecipazione sociale e politica, la formazione e il lavoro.

Un gesto fortemente simbolico accompagnerà il seminario: sarà piantato un albero nel cortile del Dipartimento CoRiS.

Per info: http://www.mediamonitorminori.it/convegno_de_lillo.html

lunedì 8 aprile 2013

Emozioni

Emozioni espresse attraverso le parole, che poi vengano dette con un sms, con una mail, con un messaggio su FB, con la voce poco importa.
Emozioni espresse attraverso un'espressione del volto, con un gesto, una foto.
Emozioni. Che bello emozionarsi, che gioia in una lacrima, in una risata appassionata tua o dei tuoi amici. "Gareggiate nello stimarvi a vicenda" per non dare per scontato il bene che ogni giorno riceviamo e doniamo.
Utopico. Possibile? Sì, possibile anche se per molti è utopia. Io non riesco a considerare utopico quello che vivo, ciò che mi rende felice. Forse perché reputo la felicità una continua ricerca, meglio un continuo moto in divenire di condivisione di emozioni e di esperienze senza censure e senza remore.
Certo, con un atteggiamento del genere a volte ci si può scottare, ma mettendo sul piatto della bilancia i pro e i contro, credo che qualche bruciatura valga proprio la pena farsela!