venerdì 17 maggio 2019

6° Appuntamento internazionale dei Giovani della Pace



Cari amici

non dimenticherò la giornata dell’11 maggio, il 6° Appuntamento internazionale dei Giovani della Pace. Una città, una piazza, migliaia di giovani da tutta Italia e delegazioni da altri Paesi del mondo. Tutti insieme per dire con la vita: “Basta guerre! Facciamo la pace!”. Bergamo ha accolto i nostri sogni, le nostre speranze e attese, ma anche i nostri impegni di bene che già esistono.

Per tutti noi, l’11 maggio è stata una giornata indimenticabile, nonostante fatiche e sofferenze. Anche le previsioni meteo ci hanno dato qualche pensiero. Erano annunciati temporali e pioggia forte, ma il tempo ci è venuto incontro: la tempesta ha aspettato che l’incontro finisse. Dal cuore, il grazie anche per questa carezza.

Il resto è un’emozione senza fine. Mi ha commosso il vostro ascolto, la vostra condivisione. Avete accolto con delicatezza testimonianze fortissime: la storia di un uomo di 80 anni che ha raccontato la tragedia della sua vita, la morte della mamma incinta di 9 mesi e della nonna a Marzabotto. Poi, la quotidianità della guerra, raccontata da padre Ibrahim, parroco di Aleppo. E infine, la speranza di Jeanette, sopravvissuta al genocidio del Ruanda che l'ha allontanata dalla famiglia naturale per molti anni.

Storie di vita che hanno rafforzato il nostro impegno a far nascere e crescere nel cuore e nella carne tanti semi di pace. È il messaggio che ho voluto affidarvi in piazza e che confermo anche con questa lettera. Continuiamo insieme ad essere indomabili, a testimoniare che è possibile rispondere al male con il bene. Sempre e ovunque.

Ringrazio insieme a voi in modo particolare il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La sua amicizia ci accompagna e ci sostiene. Anche questa volta ha voluto essere presente a un nostro incontro con un videomessaggio indimenticabile. Con lui, voglio dire grazie al Sindaco e al Vescovo di Bergamo, al Presidente della Provincia e agli enti locali che ci hanno accolto e aiutato; grazie anche a tutte le persone che hanno reso possibile questa giornata, a chi ha restituito tempo, risorse, capacità. Un movimento di bene e di gratuità che si alimenta grazie al contributo di tutti.

Cari amici, Bergamo non è stato l'evento di una giornata, ma la nuova tappa di un cammino di speranza iniziato tanti anni fa. Sentiamoci tutti protagonisti di questa storia con la responsabilità delle nostre scelte. Il mondo imparerà a fare la pace anche guardando all’esempio di ognuno e di tutti noi.

Vi voglio bene! E questo bene è per sempre.

Ernesto Olivero