martedì 18 novembre 2014

La temperatura del disagio sociale nei bus

Stamattina, come tutte le mattine, prendo la linea 30 che collega Chieri, città della prima cintura, benestante, a ridosso della collina Pecettese e Pinese, a Torino. Entro e si respira un'aria nauseabonda: ci sono tre persone (due di loro sono italiani) totalmente ubriache che si fanno girare una bottiglia di whisky e si accendono anche una sigaretta. Mi chiedo in una situazione del genere cosa possa fare l'autista: ha la facoltà di sbatterli fuori dall'autobus? Io non credo perché non è un pubblico ufficiale. Alla mia richiesta di aprire i vasistas per far circolare l'aria (c'era anche un bambino piccolo a bordo) si è accorto della situazione e ha richiamato i tre, ma la situazione non è migliorata.
Sono scesa perché ero in anticipo.
Ho preso quello successivo: la situazione è vivibile. C'è anche posto per sedersi. Mi accorgo che c'è anche la ragazza della casa in una valigia. L'ho incontrata altre volte e mi ha fatto una tenerezza immensa: è giovanissima, avrà sui 25 anni nascosti dietro i suoi folti capelli dello stesso colore della fascia che indossa per coprirli. Dorme per tutto il viaggio cullata dalla guida e dal tepore del mezzo. Accanto a lei c'è una valigia, la sua casa: credo che contenga tutto quello che possiede.
Mi chiedo quale sia il vissuto di queste quattro persone, cosa le abbia portate a questo stato di indigenza e soprattutto mi chiedo quale sia il limite dopo il quale è vendibile la dignità di una persona.
La mattinata è iniziata decisamente in salita e per oggi ho deciso di non lamentarmi per i miei piccoli fastidi e preoccupazioni: a confronto sono inezie.

giovedì 4 settembre 2014

il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 3,18-23.

Fratelli, nessuno si illuda. 
Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; 
perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia. 
E ancora: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani. 
Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: 
Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! 
Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio. 

martedì 29 luglio 2014

Associazionismo: il mio grazie ad Irene

L'associazionismo è una forma di aggregazione libera e volontaria che permette a un gruppo di organizzarsi e progettare insieme momenti ricreativi, culturali, sportivi per il bene di una comunità più allargata: parrocchia, oratorio, centro sociale, polo culturale.
Il significato di questa parola mi è stata insegnata da Irene. Lei, insieme a Bruno, hanno intessuto in me la voglia di appartenere ad una associazione e prendermene cura attivamente ed esserne al sevizio.
Mi ricordo ancora le lunghe chiacchierate fino alle ore beate davanti a una tisana soprattutto nei momenti più oscuri, dove credevo nel valore dell'associazionismo ma non condividevo il modo in cui veniva gestito e soprattutto vissuto. 
Gli strappi di quel periodo mi hanno permesso d'intessere altre bellissime trame in altre associazioni, capendo quale fosse il mio ruolo e soprattutto avendo la consapevolezza di partecipare a un progetto condiviso per il bene di molti.
Se non ci fosse stato il tuo sostegno, la tua vicinanza, la tua grinta e il tuo entusiasmo io sicuramente mi sarei allontanata da questa forma di aggregazione. Solo ora ho capito tutto questo e ora ti dico grazie. 
Veglia da lassù su tutte le associazioni, soprattutto quelle che puntano sui giovani.

Life is sweet



Questa partenza è la mia fortuna
Un orizzonte che si avvicina

giovedì 10 luglio 2014

Nonostante tutto essere migliori

Conosco persone che non urlano dietro ad altri quando sono stressati.
Conosco persone che non illudono con gesti e parole.
Conosco persone la cui bontà è genuina e non opportunistica.
Conosco persone che sanno prendersi le proprie responsabilità.
Conosco persone il cui sorriso è parola.
Conosco persone che, conoscendo le difficoltà del prossimo, non lo umiliano.
Conosco persone che ammettono di aver sbagliato e sanno chiedere scusa.
Conosco persone che fanno compagnia in attesa del pullman durante un acquazzone.
Conosco persone che condividono la cena assaporando l'aria di casa lontana chilometri.

Vivo nel pianeta Terra e non in un altro universo parallelo. Fortunatamente questo mondo è ancora un po' sano. 
Io non sempre ho questa coerenza precedentemente elencata e conosco persone che come me fanno fatica.

Quello che conta, alla fine di tutto, è puntare ad essere migliori ogni giorno, ogni ora, ogni minuto nonostante le persone che urlano dietro, illudono, umiliano, che confondono e mischiano bontà e opportunismo, che non sorridono alla vita (che è sempre meravigliosa), che si alimentano di arroganza e che scaricano le proprie responsabilità, che non sanno cosa sia la condivisione e che l'amicizia è solo quella che richiedi su Facebook.

mercoledì 18 giugno 2014

Sala d'aspetto: attendiamo pazienti

L'attesa dal medico mi fa osservare il mondo dalla finestra. Vedo la mia compagna di banco delle medie: è un po' ingrassata, ma fuma sempre, lo spaturlo (alias cane) che fa la cacca e il padrone che non la raccoglie ... non so quale sia la bestia o la persona. Vedo moto parcheggiate sui marciapiedi.
Attendere inutilmente non mi è mai piaciuto: dovevo passare mezz'ora fa. Ma la più importante virtù oggi giorno è la pazienza. Allora continuo ad aspettare sapendo che almeno sono qui in questa stanza per farmi prescrivere farmaci per vivere al meglio un viaggio in India. Ci sono persone, invece, che hanno la moglie ricoverata e vogliono confrontarsi con la dottoressa, sono in attesa (questa sì snervante fisicamente e moralmente) di un intervento chirurgico.
E poi quando il ritardo supera l'ora incominciano le perle dei giovani d'oggi (i 70enni e 80enni) che parlano di tecnologia, imprenditoria e manualità che i vecchi di oggi (i 20enni e 30enni) non hanno o non sanno usare.
Allora va bene così. Attendiamo pazienti. 

martedì 13 maggio 2014

Nel mondo (non) contano solo i primi violini

Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia.
Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia.
E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme.
Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica.
Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini.

Diario di scuola - Daniel Pennac (III, 7, p. 107-108)

domenica 11 maggio 2014

L'acqua che disseta

Pensieri cullati dal pullman nel viaggio di ritorno da "La Chiesa per la scuola" - Piazza San Pietro 10 maggio 2014 - Grande Coro Hope


Mi sento come un asciugamano appena uscito dalla lavatrice dopo una centrifuga. Stropicciata dalla stanchezza e profumata e rigenerata dall'ammobidente vissuto ieri in piazza San Pietro. Vivere la parola servizio quando sei a due passi dal Papà della Chiesa, davanti a 300mila persone e facendo una cosa che ti piace fare cioè cantare non deve essere qualcosa di scontato e soprattutto deve essere sostenuto dalla parola dono.


Se non dovesse essere così è inutile vivere queste esperienze così totalizzanti perché dopo un mese e a distanza di anni non lasciano traccia nel percorso della vita. Si sommerebbero ai tanti eventi ai quali partecipiamo per divertimento, per protagonismo, per esaltazione, in una continua vetrinizzazione sociale - amplificata dai social media - che avrà sempre più sete di quell'acqua attinta dal pozzo dalla samaritana la quale, però, non appaga. L'acqua che disseta sono i gesti che parlano di Lui. Nient'altro.



Allora essere sullo stesso palco insieme a Fiorella Mannoia, Max Giusti, Veronica Pivetti, Francesco Renga o trovarsi, uscita dalla toilette, davanti a Giulio Scarpati è sì un privilegio ma che rientra nella dinamica del servizio in cui il vero protagonista è Lui e la sua testimonianza attraverso i talenti che Lui ci ha messo a disposizione e dei quali ci ha dato la libertà e la possibilità di utilizzarli al meglio. Questo è servire la Chiesa. 

sabato 26 aprile 2014

La santità

“Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una sola, ma riassume tutte le voci del mondo; e qui di fatto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera… Osservatela in alto, a guardare questo spettacolo… Noi chiudiamo una grande giornata di pace… Sì, di pace: ‘Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà'.
Se domandassi, se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da che parte venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, risponderebbero: ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro vescovo. Ebbene, figlioli di Roma, voi sentite veramente di rappresentare la ‘Roma caput mundi’, la capitale del mondo, così come per disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli.
La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, un fratello divenuto padre per volontà di Nostro Signore… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell’incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà… Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della mestizia e dell’amarezza… E poi tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino. Addio, figlioli. Alla benedizione aggiungo l’augurio della buona notte”.

(Papa Giovanni XXIII - Sera dell’11 ottobre 1962, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II).

Carissimi fratelli e sorelle,
Siamo ancora tutti addolorati dopo la morte del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo I. Ed ecco che gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato da un paese lontano... lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Ho avuto paura nel ricevere questa nomina, ma l’ho fatto nello spirito dell’ubbidienza verso Nostro Signore Gesù Cristo e nella fiducia totale verso la sua Madre, la Madonna Santissima.
Non so se posso bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete. E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia nella Madre di Cristo e della Chiesa, e anche per incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, con l’aiuto di Dio e con l’aiuto degli uomini.

(Papa Giovanni Paolo II - 16 ottobre 1978 - Primo discorso dalla loggia che sovrasta l'ingresso della Basilica di San Pietro)


domenica 23 marzo 2014

E noi, abbiamo creduto all'amore!

Chiarano, 20 giugno 2003

Carissima Erika e familiari,
il Parroco di Chiarano mi ha consegnato il plico con il diario del caro Don Luigi.
La provvidenziale coincidenza del nostro incontro ha consentito di riprendere un legame che mai si era spezzato del tutto. Qui a Chiarano la signora Marchesa Serafin Stella ricorda spesso la vostra famiglia e altre persone fanno celebrare S. Messe per Don Luigi.
Io lo ricordo bene, con la sua voce dolce, con la sua dolcezza e, purtroppo, più di tutto, ricordo i suoi funerali a Chieri.
Da quella volta avevo sempre desiderato tornare sulla sua tomba e l'occasione mi è stata data proprio all'improvviso quel 2 giugno scorso. Scusate per non aver avvisato prima. Confido che ci sarà un successivo momento per preparare un incontro di amicizia e gioia.
Nel frattempo raccogliamo anche altre testimonianze di amici di Don Luigi per ricordarlo adeguatamente.
Il vostro testo sarà prezioso.
Grazie ad Erika.
Le auguro un buon risultato negli studi. La tesi, vero?
Domani mattina avrò occasione di incontrare un sacerdote (Don Guerrino Cescon) che è stato in Africa con il vostro.
Sentirò il tenore dei suoi ricordi.
Vi auguro ogni bene e caramente saluto.


Renata Serafin

E' stupefacente il legame che ha intessuto mio zio nei pochi anni di sacerdozio passati in Italia. E' anche sensazionale come la Diocesi di Vittorio Veneto abbia questo attaccamento antropologico con la propria storia locale e missionaria.
In questo momento mi vengono in mente le parole (riportatemi da mio padre) di mio zio, rivolte a mia nonna prima di partire per la missione: "Mamma, in Italia non si può più fare il prete". Una frase forte, ma vissuta fino in fondo, tanto che la prima volta che è ritornato a Chieri, dopo 10 anni di missione, mia nonna non l'ha riconosciuto quando si è presentato alla porta di casa.
Credo che questo affetto continui a vivere dopo quarant'anni dalla sua morte, proprio perché imperniato di testimonianza e vita vissuta in piena coerenza spirituale e umana. E' questo che ha lasciato mio zio alle vite che ha incontrato o in quelle che ha toccato solo attraverso le parole scritte in un diario.

Lunedì 24 marzo sarò presente con la fede e con profonda riconoscenza a questa veglia di preghiera. Spero presto di poter abbracciare le persone che portano avanti il ricordo di Don Luigi e dire loro grazie.

Notizia sul sito della Diocesi di Vittorio Veneto per la veglia di preghiera.
Chi era don Luigi Sgargetta

martedì 18 marzo 2014

I I = Time off

Pullman strapieno: una scolaresca diretta a Torino. Sono praticamente in braccio al conducente. Insegnanti che continuano a non richiedere il supplemento del bus alla GTT o a non capire che il costo di uno privato equivale all'incirca alla somma dei biglietti che gli studenti devono pagare per il trasporto pubblico.
Ma il disagio passa in secondo piano quando cominci a soffermarti su pezzi di vita che la strada ti fa incrociare. Un papà che spinge con il sorriso sulle labbra la carrozzina del figlio disabile, una persone anziana che ringrazia con vera gratitudine l'autista perché l'ha aspettata alla fermata e replica il grazie lasciando il bus, un papà che su una panchina dà la colazione al figlio con una cura e delicatezza che stringe il cuore.
C'è sempre il lato positivo in ogni situazione anche nella più fastidiosa, nella più dolorosa, nella più dura da accettare. Basta trovare la giusta prospettiva dalla quale guardare. Buona giornata!

sabato 15 marzo 2014

I I = Time off

Fortunatamente nessuno può negarci la possibilità di pensare quando e dove vogliamo. Neanche nella più terribile dittatura. Il pensare è qualcosa di libero e gratuito, non si sottomette a nessuna costrizione / regola sociale, economica, politica morale e ci rende liberi. Il pensiero espresso, però, non è più pensiero. E' concetto, voce, gesto, azione. Esso non è libero. Diventa una posizione, un'opinione, una scelta.