lunedì 8 luglio 2019

Padre di tutti gli uomini per te nessuno è straniero


Anche se scrivere è ossigeno per i miei pensieri, alcune volte vivo la sensazione di non riuscire ad esprimere con le parole le innumerevoli emozioni che stanziano nei miei pensieri. Come in questo momento: le parole mi sembrano sempre inadeguate, scontate, inadatte, vuote. Per la seconda volta ho avuto la possibilità (quelle occasioni che non scegli, ma che capitano) di vivere cantando una Messa in San Pietro. Anche questa volta i protagonisti sono stati i migranti, ma in una dimensione più intima (la Messa è stata celebrata all’Altare della Cattedra), raccolta, quasi familiare se non fosse per il luogo e la presenza del Santo Padre.
Animare con il canto una celebrazione eucaristica è uno dei tanti servizi che si possono svolgere all’interno della Chiesa. Puoi svolgerlo in una chiesa in periferia o a San Pietro, la tua voce è sempre la stessa, il tuo essere è sempre lo stesso. Al centro c’è solo il servizio che fai per i fratelli e per la Chiesa. Punto. Tutto il resto è superfluo, contorno, cornice, ma non è essenza. L’essenza è l’impegno che ci metti per far sì che quel brano, quel pezzo possa essere veicolo, mezzo, strumento di quella carezza di grazia che arriva da Lui e da nessun altro e di cui, soprattutto oggi, il mondo ha tanto bisogno. Ne ha bisogno l’uomo, ne ha bisogno l’umanità tutta, nessuno escluso. Ne ha bisogno anche chi non ne sente il bisogno.
Stiamo vivendo un periodo storico in cui si stanno rompendo delle fibre elastiche che in precedenza resistevano agli strappi. Ora provocano smagliature che solo l’olio della speranza, dell’amore, della compassione e della fraternità può risanare. Non c’è bisogno di altri condimenti per rendere tutto più appetitoso, come fanno i mezzi di comunicazione per raccontare un avvenimento. Caso vuole che molte testate giornalistiche abbiamo riportato che il coro fosse vestito in nero in segno di lutto per i migranti. Quella è semplicemente la maglietta che indossiamo sempre quando cantiamo.
La bellezza e la verità non hanno bisogno di enfasi. Basta avere il coraggio di guardarle negli occhi per comprenderle. È la stessa cosa che ho percepito guardando negli occhi il Santo Padre, mentre la mia mano era stretta alla sua. Come diceva Andrea Camilleri "Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa da tutte le altre".