giovedì 3 agosto 2017

Conosco un posto che mi piace si chiama mondo

Conosco un posto che mi piace si chiama mondo. Più lo giro e più m’innamoro di lui, restando nonostante tutto radicata alla cultura, alla terra e alla tradizione che mi hanno accompagnata in questi anni.

Viaggiando la vita e la quotidianità acquistano tutto un altro significato per tutti e cinque i nostri sensi. Si arricchisce il rapporto sensoriale con il proprio sé. Si amplifica la flessibilità mentale anche sulle piccole cose. Capisci che le prospettive dalle quali osservare la vita sono innumerevoli, diverse, ma non per questo migliori e peggiori delle nostre.

Viaggiando, oltre ad apprezzare e conoscere le culture, la terra e le tradizioni di altri popoli, riesci a stabilire un legame antropologico ancora più profondo con la tua storia, il vissuto e la storia del tuo Paese, rispettandone ancora di più i limiti ed esaltandone le qualità.

Viaggiando, ti rendi sempre più conto che nel nostro piccolo, nella nostra quotidianità di popolo occidentale abbiamo un potere di azione enorme e non riusciamo a rendercene conto. Il cambiamento non passa solo attraverso le leggi, lo Stato, i servizi, il PIL, l’occupazione. Passa soprattutto attraverso il nostro essere e quello che, in base a ciò che siamo, possiamo fare non solo per noi, ma anche per gli altri.

Viaggiando, infine, ti rendi conto di essere un individuo in mezzo a una moltitudine di individui. Una storia in mezzo a milioni di storie. Una vita insieme a miliardi di vite. Ti rendi conto che tu non sei il centro, ma sei parte di, detta alla Battiato, un centro di gravità permanente che non sta fuori di te, ma in un punto della tua interiorità e nella profondità del tuo essere.

Non mi resta che partire.

mercoledì 19 luglio 2017

Luce verticale



Rosario Livatino è nato nel paese di mia madre. La prima volta che sono venuta in contatto con la sua storia è stato un po' di anni fa quando ho percorso il tratto di strada nel quale è stato assassinato e ho visto la stele. Alcuni anni dopo, invece, durante una manifestazione a Pesaro, ho visto questo trailer e approfondito chi fosse Rosario, non sotto la luce di magistrato, ma come uomo e mi aveva colpita profondamente. Mi ha impressionata - forse l'aggettivo corretto è sconvolta, ma allo stesso tempo commossa - la sua fede così scalpitante e scolpita nel proprio essere, la lucidità di pensiero e la consapevolezza del destino a cui stava andando incontro.
Oggi a 25 anni dalla strage di via D'Amelio e dopo il danneggiamento della stele di Livatino, ho recuperato il trailer e mi sono nuovamente commossa. Quando una storia è così drammaticamente intensa, anche se passano gli anni e continua il corso degli eventi, rimane impressa e continua a vivere.

martedì 18 luglio 2017

Un Nick Vujicic è presente nelle nostre vite

Nick Vujicic: basta andare su Google e aprire la sezione immagini e tutto si commenta. La maggior parte della gente, senza conoscerlo, potrebbe additarlo come sfigato. Ma vi consiglio, invece, di andare su YouTube e cercarlo e vi assicuro che la maggior parte di quelle persone potrebbe cambiare idea, potrebbe dire: "però questo Nick che forza d'animo" ... anche se poi potrebbe intervenire la parte diffidente che direbbe: "beh, certo con lo staff che si ritrova lui può permettersi di andare in giro per il mondo e predicare bene. Ha creato un business con la sua condizione". Mai parole sono così sbagliate e dure. Basta guardarlo per capire. Ma il mio post vuole andare oltre Nick, vuole andare anche oltre altre persone che fanno con i loro talenti e la loro abilità, limitata forse un po' di più rispetto ad altre persone, una professione per il bene degli altri. Voglio andare oltre Simona Atzori, Giusy Versace, Sammy Basso.
Credo, anzi ne sono sicura, che ognuno di noi nel nostro quotidiano ci imbattiamo in una Simona, in un Nick, in una Giusy e in un Sammy. Per esempio nel mio quotidiano c'è un Lollo e una Valeria. Valeria ha uno sguardo e una forza d'animo che sono irraggiungibili e Lollo mi fa scassare dalle risate mentre mi serve un caffè con un'attenzione e una delicatezza che solo lui sa donare.
Ho parlato della loro disabilità? No, posso parlare solo della loro bellezza e di quello che ogni giorno donano al prossimo con il loro essere e non con il loro fare. E' il loro essere, la loro presenza, così come sono, che dà forza e impulso alla loro bellezza.

lunedì 3 luglio 2017

Costante meraviglia che mi emoziona solo al pensiero

Sono iniziati i saldi e l'aggettivo scontato è in voga in questo periodo. A volte, però, diamo per scontato, sicuro, certo in partenza alcune vicende che fanno parte del nostro quotidiano, che viviamo costantemente, a cui dedichiamo tempo, energie, entusiasmo senza badarci, perché fanno parte così tanto di noi che diventano scontate, ovvie. Alcune volte capita anche di perdere per strada il significato, il perché dividiamo con gli altri tante attività e iniziative.
Basta però un avvenimento, come per me è stato un matrimonio, per fermati e capire che avere accanto amici che continuamente vivono il tuo percorso di vita, condividono con te non solo una cena o una serata in un pub o una vacanza o una chat di gruppo, ma gustano, scoprono e seguono il tuo essere Erika (Sgargi, Erikella, Erikuzza) nel mondo, non solo attraverso i social, non è una cosa così scontata: è una costante meraviglia che mi emoziona solo al pensiero.
Non è così scontato sentire, cantando a un matrimonio, di essere parte non solo di un coro, non solo di un gruppo di amici, ma di qualcosa di più grande; un'amalgama che lega vite diverse in un'armonia che non è solo bellezza al suono. Hai la percezione di trasmettere non solo note, ma il tuo modo d'essere che da sola non realizzeresti: ci vogliono tutte quelle voci per esprimerlo. Voci che sono vita, gioie e dolori condivisi: a volte urlati, a volte taciuti, a volte detti, a volte non detti ma in ogni caso condivisi in un mercoledì o in una delle tante domeniche, in un viaggio, in una risata in un pub, in un abbraccio inaspettato. Condivisi in un mistero più grande come può essere la fede, una fede anche questa espressa, taciuta, forte, flebile ma che nonostante tutto unisce costantemente, cementifica ma allo stesso tempo fa volare e mette le ali.
Di tutto questo non si può che essere grati.

martedì 13 giugno 2017

Le relazioni

"Curare le relazioni è la forma dell'amore nel nostro tempo veloce, fatto tutto di prestazioni anziché di presenze"
Alessandro D'Avenia

Curare, dare attenzione, occuparsi, mettere in contatto.
Ieri sera ricevo questo messaggio su Messenger:
"Ciao, sono Pinco Pallo, abito in via Don Luigi Sgargetta n. x a Codognè. Ho letto qualche anno fa il tuo blog dove esprimevi il desiderio di conoscere questa via intitolata a tuo zio. So che forse è un po' tardi per l'invito ma ti comunico che il giorno XYZ ci sarà la festa dei residenti di questa via. Sarebbe bello poterci conoscere in questa occasione! Se vuoi ci teniamo in contatto! Ti lascio la mia mail".
Rimango sempre meravigliata di quanto il bene generi bene nel tempo, a distanza di anni. Come l'amore, donato attraverso la cura e l'attenzione, possa connettere vite e persone che neanche si conoscono. Un amore che ha percorso chilometri in Italia e in Africa, che ha toccato cuori, volti, famiglie, storie e non è suggellato esclusivamente da un'insegna appesa al bordo di una strada.
Rimango sempre meravigliata di quanto possa durare l'amore: oltre la morte, oltre il proprio essere ed esserci, oltre l'essere conosciuto e il conoscersi. Io non ho conosciuto mio zio, ma attraverso di lui, ho vissuto la presenza di molte persone. La persona che mi ha contattata non ha conosciuto mio zio, eppure ha letto il mio blog, ha conosciuto la vita di mio zio, ha pensato di invitarmi a una festa di quartiere e ha investito del tempo per trovare i miei riferimenti e contattarmi.
Rimango sempre meravigliata da come la scrittura sia stata il veicolo attraverso il quale la storia di mio zio è giunta fino a me e, attraverso di me, sia giunta ad altre persone; di quanto la sua presenza sia ossigeno e linfa per la mia vita e non solo.
Di tutto ciò non si può che essere grati.

sabato 27 maggio 2017

La Carta dei giovani - Mai come oggi



Quando incontri l'amore, lo stupore ferma i pensieri, il cuore si ferma ed entra in una meraviglia. L'uomo sentendosi amato cambia, non è più lo stesso. Il suo pensiero, il suo sguardo, il suo corpo entrano in armonia con il suo cuore. L'amore ha bussato alla sua porta, è entrato nei suoi sentimenti, nei suoi sogni. Da quel momento l'innamorato diventa luce, guardato, invidiato da coloro che, non trovando il proprio amore, perché non sanno amare, cercano di spegnere quello altrui. Ho conosciuto l'amore e quando è vero non c'è distinzione se è per una donna, per un amico o per Dio.
L'amore vero non riguarda la carne, ma dà senso alla carne. L'amore vero non riguarda la terra, eppure gli appartiene, così ogni cosa toccata dall'amore torna a vita nuova e ciò che sembrava morto torno in vita, ciò che sembrava perduto diventa il trovato.

Ernesto Olivero

mercoledì 10 maggio 2017

Passeggiando al parco

C'è chi corre, chi fa arti marziali, c'è una coppia seduta su una panchina con una bottiglia di vino per terra e un bicchiere di plastica in mano, ci sono papà che si godono i figli dopo una giornata di lavoro tirando due calci ad un pallone e usando come porta da una parte la borsa del PC (un po' rischiosa come scelta) e dall'altra la giacca, c'è chi legge, c'è chi scrive, c'è chi cammina a passo spedito in tuta attaccato al telefono cellulare o manda un messaggio vocale, ci sono anziani che giocano a carte, ci sono cani che s'incontrano ogni giorno alla stessa ora e nello stesso punto e si salutano annusandosi, c'è chi è sdraiato sul prato e dorme e chi sta facendo addominali o flessioni. C'è un bambino di colore e un bambino latte che si spingono l'un l'altro sull'altalena.
Ognuno con la sua storia, ognuno col suo ritmo, ognuno col suo passo, ognuno con il proprio bagaglio, ognuno con la propria compagnia, ognuno con la propria postura, la propria prossemica, il proprio equilibrio, il proprio umore, la propria giornata, la propria vita. Tutto concentrato dentro un parco. Un crocevia di sguardi che s'incontrano e si riconoscono perché poi ti ci affezioni e lo vai a trovare alla stessa ora come se fosse un amico. Ti concilia alla riflessione con i suoi colori tra il verde del prato e l'azzurro del cielo e genera armonia tra le creature che lo abitano.

lunedì 30 gennaio 2017

Il coraggio di avere cuore

In questi giorni sono a Roma per la presentazione del progetto AlcolOltre, promosso dall'Associazione Impegnarsi Serve, con la quale l'anno scorso sono andata in Swaziland, un piccolo regno tra Sudafrica e Mozambico.
Roma è una città che mi ha sempre affascinata e ogni volta che ci torno mi dona sempre spunti di riflessione molto forti.
Ho in mente tre immagini: come sempre quando arrivo a Roma è di rito fare a piedi dalla Stazione Termini sino alla stazione della metro Colosseo. Camminando per via Nazionale ieri, il mattino dopo la ricorrenza della Giornata della Memoria, vedo per terra una targa (che non avevo mai notato) con su scritto "Qui abitava Beniamino Di Cori, nato nel 1879, arrestato il 23.4.1944, deportato Aushwitz, assassinato 30.6.1944". Accanto c'era un foglio plastificato alla meglio in modo tale che non si rovinasse e resistesse il più a lungo possibile con su scritto: "La storia appartiene a tutti. Per non dimenticare". Quanta gente passa ogni giorno per Via Nazionale a Roma, eppure quella piccola pietra d'inciampo è stata messa in evidenza da quel biglietto plastificato alla meglio. Ci vuole coraggio per non dimenticare e ci vuole costanza per tenere accesa la memoria e la persona che ha affisso quel biglietto sul suolo sicuramente possiede queste caratteristiche.
Come del resto ci vuole coraggio ad accompagnare, con le mani sulle spalle, la propria moglie la domenica durante la processione in accostamento al Sacramento della Comunione. Come ci vuole coraggio quando uno dei due coniugi intinge la mano nell'acqua Santa e, prima di effettuare il Segno della Croce, prende la mano del partner, per passarsi quel balsamo di salvezza che va oltre la morte e su cui si fonda, per chi ha scelto il Sacramento del matrimonio, l'essere coppia.
Ma poi, pensandoci bene, la parola coraggio comprende la parola cuore. Il cuore è il muscolo delle emozioni, per sua natura sempre dinamico e quando lo investiamo per il bene veramente fa cose coraggiose per noi e per chi ci circonda.