martedì 13 maggio 2014

Nel mondo (non) contano solo i primi violini

Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia.
Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia.
E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme.
Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica.
Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini.

Diario di scuola - Daniel Pennac (III, 7, p. 107-108)

domenica 11 maggio 2014

L'acqua che disseta

Pensieri cullati dal pullman nel viaggio di ritorno da "La Chiesa per la scuola" - Piazza San Pietro 10 maggio 2014 - Grande Coro Hope


Mi sento come un asciugamano appena uscito dalla lavatrice dopo una centrifuga. Stropicciata dalla stanchezza e profumata e rigenerata dall'ammobidente vissuto ieri in piazza San Pietro. Vivere la parola servizio quando sei a due passi dal Papà della Chiesa, davanti a 300mila persone e facendo una cosa che ti piace fare cioè cantare non deve essere qualcosa di scontato e soprattutto deve essere sostenuto dalla parola dono.


Se non dovesse essere così è inutile vivere queste esperienze così totalizzanti perché dopo un mese e a distanza di anni non lasciano traccia nel percorso della vita. Si sommerebbero ai tanti eventi ai quali partecipiamo per divertimento, per protagonismo, per esaltazione, in una continua vetrinizzazione sociale - amplificata dai social media - che avrà sempre più sete di quell'acqua attinta dal pozzo dalla samaritana la quale, però, non appaga. L'acqua che disseta sono i gesti che parlano di Lui. Nient'altro.



Allora essere sullo stesso palco insieme a Fiorella Mannoia, Max Giusti, Veronica Pivetti, Francesco Renga o trovarsi, uscita dalla toilette, davanti a Giulio Scarpati è sì un privilegio ma che rientra nella dinamica del servizio in cui il vero protagonista è Lui e la sua testimonianza attraverso i talenti che Lui ci ha messo a disposizione e dei quali ci ha dato la libertà e la possibilità di utilizzarli al meglio. Questo è servire la Chiesa.