Domenica 14/3/1965
In occasione delle riforme liturgiche ritorna chiaro un punto del programma di colonizzazione: la lingua. Ci sono padri che non conoscono il Kirundi; nelle scuole si dà importanza solo al francese. Il francese è un evidente mezzo per deformare questa gente, per creare una mente divisa nella struttura sociale. Esiste una certa opinione secondo cui bisognerebbe eliminare il Kirundi. Sono cose che contrastano l'umanità. Personalmente mi preoccupa il fenomeno degli évolué. Sono talmente deformati per una formazione colonizzatrice ricevuta, che non si degnano di mettersi a contatto con la povera gente. Quanti poi sono nella politica fanno capire che in programma c'è solo l'egoismo senza la minima preoccupazione per il bene del paese. E' gente tagliata fuori dalla popolazione.
Mercoledì 17/11/1965
Ho passato due giornate nella succursale di Burundi assistendo alle Confessioni. Dopo due anni di Ministero sacerdotale in terra d'Africa posso dire che con l'aiuto del Signore ho realizzato discreti risultati sia per quanto riguarda la lingua sia per quanto riguarda la mentalità e l'impegno di adattamento.
Giovedì 25/11/1965
Abbiamo cominciato oggi la costruzione del piccolo campanile per collocare la piccola campana della Missione Il disegno l'ho calcato dalla mia testa.
Si parla di conferenze sul Concilio. Penso che si possa viverlo senza tante conferenze. Se il sacerdozio è un servizio il prete deve crearsi in merito tutta una mentalità e un programma di vita. Se pianifichiamo la nostra vita comoda o disordinata al dono di sé per gli altri è inutili parlare di conferenze. Se il prete deve vivere la povertà deve sapere rinunciare alle macchine e alle servitù troppo numerosa. Anche su questo punto è tutta una mentalità e un genere di vita da creare specialmente in mezzo a questa cristianità giovane.
Sabato 29/1/1966
Si parla di conferenze sul Concilio. Penso che si possa viverlo senza tante conferenze. Se il sacerdozio è un servizio il prete deve crearsi in merito tutta una mentalità e un programma di vita. Se pianifichiamo la nostra vita comoda o disordinata al dono di sé per gli altri è inutili parlare di conferenze. Se il prete deve vivere la povertà deve sapere rinunciare alle macchine e alle servitù troppo numerosa. Anche su questo punto è tutta una mentalità e un genere di vita da creare specialmente in mezzo a questa cristianità giovane.
Domenica 21/5/1967
Ritorno da Kihinga per il servizio. Ho visitato anche Bucana. Mio papà mi comunica che dal 23 aprile hanno incominciato ad abitare la casa nuova di Chieri. Mio fratello Mario mi comunica di essersi sposato il 3-4-1967.