giovedì 10 ottobre 2019

Reportage in Yemen di Francesca Mannocchi



"La normalità della guerra e l'automatismo della reazione: racconto un razzo che colpisce casa mia e poi ti dico che voglio diventare il pilota del prossimo aereo che lancerà i medesimi razzi".
Dal minuto 1:38:13 in poi le immagini sono piuttosto dure.
"Le nostre bombe prodotte nel nostro paese hanno combattuto quella guerra lì, una guerra, e lo dicono le Nazioni Unite nemmeno un mese fa, ha macchiato di crimini di guerra le due parti in causa contro i civili; è una guerra contro i civili, più che una guerra contro due nemici".
"Ti dò un attimo questa immagine, secondo me molto caratteristica della guerra. Non vi dovete immaginare la scena hollywoodiana di un paese completamente distrutto. C'erano due strutture che erano distrutte: l'ospedale e la scuola [...] Se un ospedale è distrutto, e ve lo potete immaginare, non si potrà ricevere alcuna cura, se una scuola è distrutta non ci sarà più alcun futuro. E quando mi sono trovato un bambino di 15 anni, dell'età di mio figlia, dirmi io sai Roby vorrei fare il medico come te, ma dovrò andare al fronte. [...] Vedeva la sua unica speranza nell'andare al fronte a combattere. Allora questi bambini che oggi non hanno più un'istruzione [...] sono quei bambini che dovrebbero poi ricostruire il paese nei prossimi anni".